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I DECLARE MY SHADOW / II EDIZIONE

Bi-personale di Re Barbus e Montserrat Diaz

a cura di Benedetta Spagnuolo

I DECLARE MY SHADOW / II EDIZIONE

Bi-personale di Re Barbus e Montserrat Diaz

a cura di Benedetta Spagnuolo

Data: dal 20 al 31 Maggio 2018

Vernissage in occasione della Notte dei Musei: Sabato 19 Maggio H.18:30/22:00

Ingresso libero

Location: Galata Museo del Mare - Galleria delle Esposizioni II Piano - Calata De Mari 1 Genova

Orari: Tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:30

Organizzazione: ARTISTI ITALIANI - arti visive e promozione

In collaborazione con: Mu.MA e Cooperativa Solidarietà e lavoro

Inaugura Sabato 19 Maggio al Galata Museo del Mare, in occasione della Notte dei Musei a Genova, la Bi-personale di Re Barbus e Montserrat Diaz a cura di Benedetta Spagnuolo, organizzata da Artisti Italiani-arti visive e promozione, in collaborazione con Mu.MA e Cooperativa Solidarietà e Lavoro. La mostra sarà visitabile tutti i giorni fino al 31 Maggio 2018.

 

Questa mostra fa parte della seconda Bi-personale del ciclo “I Declare My Shadow”, dove due artiste con personalità opposte, dialogano tra loro e si raccontano attraverso il loro vissuto; travolte da esperienze forti che le hanno cambiate, non solo nel loro modo di rapportarsi all’umano, ma anche e soprattutto nel loro percorso artistico. Queste artiste sono alla ricerca di una consapevolezza sia corporea che mentale, che va ben oltre l’adattarsi agli stereotipi richiesti da questo mondo, ma si avvicina più ad una coscienza di sé in relazione alle proprie “ombre” esistenziali: ed è qui che le dichiarano in maniera del tutto inconscia attraverso i loro scatti, nasce così “I Declare my Shadow”.

In questa tappa le due artiste che si confronteranno sono: Re Barbus, un’artista romana che lavora principalmente con il Collage, utilizza la consapevolezza di sé, la trasformazione, la capacità di adattamento e la rielaborazione come alcuni degli aspetti principali della sua ricerca;

Montserrat Diaz, artista e fotografa di origine spagnola che vive in Italia, lavora prettamente sul concetto di autoanalisi e lo fa in maniera quasi trasognata, su set ben costruiti, senza mai trascurare però “l’istinto” emotivo.

 

Anche la sede gioca un ruolo importante nel progetto e per questa occasione si è scelta la “Galleria delle Esposizioni” al Galata Museo del Mare, un “white cube”, un contenitore asettico che evidenzia l’opera con neutralità; qui il dialogo tra passato e presente, tra storia e contemporaneità sono, insieme alla strategica posizione centrale del Museo, valori aggiunti all’intero progetto.

 

ESTRATTO DELL'INTERVISTA

a cura di Barbara Lalle

[...] Emerge una sorta di profondità e sensibilità. Cosa vi coinvolge maggiormente come persona e come artista?

- Re Barbus: Sono attratta dall’energia, dalle relazioni. Dal  quel mondo sotterraneo in continuo movimento. Dal sotto, dal dietro, dal fondo… Guardo dentro, giro sottosopra e non mi fermo a quello che sembra, alla percezione iniziale, ascolto la risonanza, le parole non dette, i gesti non fatti, le cose non nate. Non ho paura di indagare le ferite, di aprirle e cercare il bello nascosto. Spesso scopro che le mie ferite sono simili a quelle di molti altri, come anche le bellezze e le risorse. Ed è li che avviene l’incontro.

- Monteserrat Diaz: Quello che mi coinvolge di più è il potere che ha l’arte di meravigliare. Se pensiamo, i bambini si meravigliano continuamente davanti a un mondo tutto da scoprire, un mondo, ai loro occhi, sorprendente, fatti di continue scoperte e novità. Con il passare del tempo però, man mano che lo si conosce, questa nostra capacità di sorprenderci diminuisce, ma in noi adulti c’è sempre il bisogno di rivivere quella sensazione di stupore e quella voglia di stupire e allora l’arte ci viene in contro con tutta la sua forza emotiva.

Ricerca di nuovi linguaggi, sperimentazione, innovazione e tradizione…in cosa vi sentite maggiormente incuriosito e coinvolto non solo come artista ma anche come persona?

- Re Barbus: Non saprei dire se la mia è proprio curiosità. Quando incontro artisti chi riescono a sposare tradizione e innovazione mi sento appagata e grata. Ho bisogno di riconoscere la provenienza ma di guardare avanti senza timore. Una curiosità limitata probabilmente dalla mia formazione accademica.

- Monsterrat Diaz: M’incuriosisce da sempre il linguaggio onirico perché trovo che ci sia un collegamento tra questo e il linguaggio artistico. Da sempre mi affascina questa capacità creativa che esiste in ognuno di noi e che mettiamo in atto soltanto quando, dormendo, il nostro cervello si trova a lavorare in assoluta libertà. È come se l’essere umano, durante il sogno, e libero da ogni freno inibitore, fosse munito di quella capacità artistica che solo alcuni riescono a mettere in atto durante la veglia.

Mi piace pensare alle mie immagini come a fotografie oniriche.

Il mio linguaggio attuale è il fotomontaggio: attraverso questa tecnica provo a mettere in atto un meccanismo simile a quello che avviene durante il sogno, rielaborando diverse fotografie e mettendole insieme per creare un’immagine fotografica irreale che offre la visione di una scena mai esistita, nuova, capace di suscitare nel osservatore un sentimento di estraniamento simile a quello che provocano alcuni sogni.

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RE-BARBUS

Vissia Giustarini è nata a Roma nel 1971, lavora con lo pseudonimo di RE BARBUS. Si forma nella Capitale frequentando il V Liceo Artistico Statale e successivamente l’Accademia di Belle Arti dove si laurea nel 1998. Dal 1993 segue diversi corsi di specializzazione, uno biennale di fumetto presso la scuola COMICS di Roma;

nel 2001 un corso di “sviluppo e stampa in B/N” presso l’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata di Roma e nello stesso anno frequenta un ciclo di studi sulla “specializzazione all’uso della multivisione”, istituito ai sensi della L.Regionale n.23/92, presso E.N.A.I.P. Lazio; nel 2011 un Master di I livello in “teatro, foto, video e mediazione artistica” con Oliviero Rossi, presso la Pontificia Università Antonianum di Roma. Attualmente è Counselor ad indirizzo artistico espressivo e movimento relazionale creativo, conseguendo il master presso l’associazione A.D.Y.C.A. di Roma.

Convinta dell’importanza della pratica artistica come esperienza per raggiungere il proprio benessere e come percorso di consapevolezza di sé, la sua ricerca si svolge utilizzando la tecnica del collage, che permette di riutilizzare materiale in esubero, non solo dal punto di vista reale e concreto, ma anche di elaborare quel materiale che le nostre menti percepiscono continuamente, lavorando con riviste attuali e concentrandosi sulla trasformazione di quelle immagini pubblicitarie che affollano il nostro quotidiano.

La trasformazione, la capacità di adattamento e la rielaborazione sono l’aspetto chiave della sua ricerca, del suo fare e delle sue proposte.

La stessa autrice afferma di essere il risultato di esperienze assai diverse tra loro che le hanno permesso di ricomporsi e ritrovarsi in un’immagine unica. Si definisce come una persona fatta di strappi, di ritagli, di accostamenti, di strati, di parti mancanti e di parti sproporzionate...si descrive come “il collage di se stessa”.

Come afferma l’artista stessa:
“Con i miei lavori vivo l’esperienza di mettere in scena la mia fiaba interiore mantenendo intatte le difese, senza necessità di raccontare a voce; come un teatro nel quale posso muovere i miei personaggi inventando o raccontando storie che sento la necessità di far emergere. Fermo in un istante, il “mio sentire”, ed è un po' magia e un po' sorpresa, perché inizio a raccontare per ritrovarmi ad ascoltare. Parto da uno stimolo esistente, mi riconosco in questo, lo aggancio alla mia esperienza interiore e ritagliandolo (e quindi nell’azione) lo modifico in qualcosa che mi somigli e che parli di me, permettendomi così di far emergere vissuti e fare spazio interiore ad altre esperienze. E’ il sentirmi nel sentire, e viceversa”.
Si tratta di una relazione viva tra i diversi ritagli, tra le diverse immagini nate con scopi comunicativi differenti, spesso pubblicitari che lei stessa chiama e raduna per raccontare insieme un messaggio condiviso che la rappresenti.

Questo il suo invito: “provare” per vivere un’ esperienza nutriente, provare per scoprire la propria capacità di adattamento e rielaborazione, un po' come tutti facciamo nella vita con le esperienze che ci attraversano.

Con i suoi collage ha partecipato a diverse collettive presso la TAG- Tevere Art Gallery di Roma, tra il 2015 e 2017; con cadenza mensile all’interno di una iniziativa chiamata “Cadavere Squisito”, e più volte riconosciuta sia dal pubblico che dagli artisti partecipanti attraverso una votazione prevista dalla galleria.

Attualmente una sua opera è esposta all’interno di Palazzo Penna a Perugia, per la manifestazione Perugia Social Photo Fest.

MONTSERRAT DIAZ

 

Montserrat Diaz, fotografa autodidatta, nata a Malaga ma trapiantata a Milano dal 2000 dove si laurea in Lingue e Letterature Straniere, ha sempre avuto una grande predisposizione per l'arte. Anche se inizialmente ama esprimersi attraverso la pittura, nel 2014 scopre la fotografia e da allora diventa il media attraverso il quale preferisce raccontare se stessa.

In modo spontaneo è portata a rappresentare situazioni oniriche in cui i soggetti vivono in modo normale l’irrazionalità insita nella scena. Le sue “immagini”, come lei stessa le chiama per sottolineare il fatto che siano spesso frutto di fotomontaggi, richiamano quel mondo onirico che da sempre l’attira, e imitano il meccanismo messo in atto durante il sogno, tramite il quale si vengono a creare nuovi mondi in assoluta libertà partendo dalla rielaborazione dei momenti vissuti durante la veglia.

Per i suoi lavori prende spunti dal realismo magico e il fantastico di Borges studiato all’università più che dal mondo della fotografia.

La sua prima esposizione avviene nel 2016 presso Paratissima nella sezione di NoPhoto curata da Laura Tota. Nel 2017 espone al MIIT di Torino e poco dopo vince il bando di partecipazione indetto da Malamegi  Lab grazie al quale espone alla galleria Imagoars di Venezia, conquistando il primo premio fra i partecipanti (un contratto in collaborazione con Malamegi consistente in una collezione da catalogo).

Sempre in quell’anno la direzione di Paratissima sceglie una sua immagine per la grafica del catalogo G@P (“Galleriesat Paratissima) e la promozione dell’ evento e le offre uno spazio a Paratissima Torino 2017 nella sezione NoPhoto a cura di Laura Tota e Daniele Ratti.  I lavori portati a questo evento ottengono il premio Galleria Bonetti e rimangono finalisti del premio Mauto (saranno esposti al Museo del automobile di Torino dal 23 novembre 2017 al 4 marzo 2018).

A Novembre 2017 viene scelta tra i partecipanti del Celeste Prize 2017, per prendere parte alla sua prima bi-personale in Sicilia, a cura di Benedetta Spagnuolo. Nel febbraio 2018 viene selezionata per partecipare alla prima Paratissima di Bologna. Dal 7 aprile al 13 maggio espone al “Sorrento Young Art festival”, evento dedicato all’arte contemporanea. A maggio è presente a Parigi nella collettiva fotografica organizzata da ImageNation (la stessa rassegna sarà in esposizione a Desenzano del Garda nell’estate 2018). La rivista CircleQuarterly Art Review seleziona una sua opera per il numero di Winter/2018.

 

RASSEGNA STAMPA

ALLESTIMENTO

Ph. © Francesco Arena, 2018

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